Infortuni sportivi: l'importanza dello stretching per il recupero | Gazzetta.it

2022-11-09 16:36:50 By : Ms. Willa Wu

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Sebbene sia spesso, erroneamente, considerato un’attività accessoria e sacrificabile, in realtà lo stretching costituisce una fase centrale dell’allenamento. Il suo scopo è preparare i muscoli a sostenere uno sforzo fisico, donando loro l’elasticità necessaria, ma anche farli rilassare dopo lo sforzo. Ed eseguire correttamente gli esercizi di stretching è decisivo, sia per fare tutto il possibile nella prevenzione degli infortuni, sia per gestire al meglio da subito i piccoli “incidenti” comuni fra gli sportivi.

“Intanto non tutti sanno che si possono suddividere le attività di stretching in due macro categorie: statico e dinamico – spiega Stefano Aspesi, fisioterapista dell’ospedale Humanitas Mater Domini di Castellanza (Varese) e dei centri medici Humanitas Medical Care -. Il primo, il più comunemente conosciuto ed è quello che si pratica durante le lezioni di educazione fisica alla scuola elementare e prevede il raggiungimento graduale di una posizione che sia possibile mantenere senza dolore. Lo stretching dinamico, invece, punta a portare progressivamente i muscoli alla loro massima estensione articolare, aumentando gradualmente”.

Lo stretching dinamico è tecnica si utilizza prevalentemente prima dell’allenamento per riscaldare i muscoli e per migliorare la flessibilità, quello statico è utile dopo l’esercizio. Ad esempio, per ridurre il rischio infortuni, ai corridori è consigliato praticare 5-10 minuti di stretching dinamico nella fase di riscaldamento e circa tre ripetizioni da 20 secondi l’una di stretching statico al termine dell’attività sportiva. Come dimostrano le vicende di molti sportivi professionisti, però, anche con una giusta preparazione non sempre è possibile impedire traumi dell’apparato muscolo-scheletrico.

Come ricominciare a fare sport in sicurezza a seguito di un infortunio? “Dobbiamo imparare a vedere il nostro corpo come una macchina molto complessa, tipo quella da Formula Uno, dove i nostri muscoli sono il motore, i nervi sono i cavi elettrici che regolano ogni movimento del motore e lo nostro scheletro è il telaio – dice Stefano Aspesi -. Quando danneggiamo uno di questi elementi, quasi sempre ci portiamo dietro un guasto che coinvolge anche quelli collaterali. Ad esempio se una persona è in fase di recupero da un infortunio al menisco, non bisogna limitarsi ad attendere solo la guarigione dell’osso, ma anche aiutare il recupero di muscolo e i nervi. Il fisioterapista diventa fondamentale, quindi, per coordinare molteplici aspetti della nostra fisiologia e recuperare un problema che all’inizio potrebbe sembrare banale”.

In ottica di recupero da un infortunio di minore entità, come una storta o stiramento, è anche utile adottare i quattro accorgimenti-chiave suggeriti dal protocollo di intervento R.I.C.E. (acronimo inglese per Rest, Ice, Compression, Elevation), secondo cui è necessario far riposare la parte interessata, applicare del ghiaccio, comprimere la zona infortunata per mezzo di una fasciatura e, infine, sollevarla, evitando così che l’articolazione si gonfi. Quando invece il dolore a carico dei fasci muscolari è cronico, come in caso di una cervicalgia, è preferibile intervenire con degli impacchi caldi per distendere la muscolatura. “Piccole azioni come queste sono certamente adatte a gestire nell’immediato un infortunio, ma per scongiurare il rischio di ricadute rimane indispensabile la guida di un professionista con cui studiare un percorso di cura personalizzato in base alle singole necessità” conclude l’esperto.

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